Speranze e glorie; Le tre capitali by Edmondo De Amicis
Speranze e glorie; Le tre capitali by Edmondo De Amicis
Per una distribuzione di premi.
ALLE ALUNNE.
Vi parlo, non perchè io pensi che non sarebbe compiuta senza le mie parole questa cara festa dedicata a voi; ma per prolungare a me di qualche momento il piacere vivissimo di vedervi.
Quanto vi potrei dire di più opportuno e di più degno ve lo dicono ogni giorno le vostre brave insegnanti, e con assai maggiore autorità che non possa esser la mia; perchè esse vi esortano al lavoro e ve ne dànno le prime l'esempio; vi raccomandano la bontà e vi dimostrano con gli atti che cosa sia l'esser buone; vi dicono:-Studiate, educatevi per la famiglia e per la patria-e alla patria, alle famiglie rendono con l'opera loro un servigio che soverchia ogni ricompensa e ogni gratitudine.
A me non resta che rallegrarmi con voi per il premio che avete meritato e che abbiamo avuto la gioia di porgervi.
Ma il dire che v'abbiamo dato un premio non è l'espressione propria della verità. Il vostro premio non è nel modesto ricordo che, per nostra mano, vi ha offerto la vostra città natale, per dimostrarvi che ha a cuore i vostri studi e che v'è grata della gloria che dànno alle sue scuole, dell'onore che fanno al suo nome gli sforzi vittoriosi della vostra volontà e del vostro ingegno.
Il vostro premio è nella serenità della vostra coscienza, nella stima delle vostre compagne, nella compiacenza delle vostre maestre, nel bacio dei vostri parenti; è nel raddoppiato vigore di volontà che questo trionfo delle vostre fatiche v'infonde; è nella dolce memoria, che v'accompagnerà per tutta la vita, d'aver ricompensato degnamente tutti coloro che vi hanno amate e educate, che hanno lavorato e palpitato per voi.
Sì, il vostro miglior premio l'avrete, nell'avvenire, quando questo tempo vi parrà tanto lontano da confondersi quasi nella vostra mente con quello della primissima infanzia. Anche allora, fra molti e molti anni, ricordandovi della vostra fanciullezza, voi rivedrete sovente col pensiero questa sala affollata, i visi delle vostre compagne e delle vostre maestre, e la vostra piccola immagine sorridente, col premio stretto sul cuore, illuminata dalla stessa luce che in questo momento v'illumina, e ogni minima cosa come in questo punto la vedrete, come se riviveste in questo giorno. E direte tra voi:-Che bel giorno! La mia maestra era contenta, mia madre era commossa, mio padre m'aspettava a casa col cuore pieno di gioia e d'alterezza, ed io.... quant'ero felice!-E rimarrete maravigliate di risentirne ancora tanta dolcezza. E se in quell'ora avrete il cuore amareggiato da un'offesa, vi sentirete più disposte a perdonarla. E se avrete da compiere uno sforzo per mettere in atto un proposito gentile o per fare un sacrificio generoso, vi riuscirà più facile di compierlo. E se avrete sotto gli occhi il ritratto di vostra madre lo bacierete con più affettuosa tenerezza perchè vi parrà di vederla sorridere per ringraziarvi di questa giornata luminosa che le avete data.
Continuate dunque a studiare e a esser buone per aver nell'avvenire molti di questi ricordi che migliorano l'animo e abbelliscono la vita.
Un solo consiglio vi dò ancora. Per proseguire sempre più rapidamente e con più lieto animo il cammino che avete incominciato con tanto onore, destate in voi un impulso allo studio anche più forte di quello del sentimento del dovere. Sia il sentimento del dovere la vostra scorta, diventi lo studio il vostro amico; abbellite questo così nella vostra immaginazione che egli vi attragga con tanta forza da rendervi superfluo ogni sforzo della volontà; cercate in ogni modo di suscitarvi in petto questa passione nobilissima che, accesa una volta, non s'estingue più, ed è alimento e premio a sè medesima per la vita intera; perchè anche nel campo del lavoro intellettuale, anzi in questo più che in ogni altro, se la volontà fa maraviglie, la passione fa miracoli. Sapete che cosa rispose un grande uomo di scienza, ammirato dal mondo, a chi gli domandò in qual maniera, non concedendogli la salute malferma che poche ore d'occupazione ogni giorno, egli avesse potuto compiere tante scoperte, scrivere tante opere utili e gloriose, a cui pareva che appena sarebbero bastate le fatiche assidue di una lunga vita vigorosa?-Vi riuscii-rispose-convertendo il lavoro forzato in lavoro spontaneo;-che era quanto dire: facendo con amore, quasi per diletto e per bisogno dello spirito, più che per forza di proposito e per iscopo di vantaggio proprio ed altrui, tutto quello che fece. E così potete far voi pure nel vostro piccolo campo scolastico; ma rammentandovi sempre, badate, che per studiare con facilità e con profitto bisogna aver la mente serena, che non s'ha la mente serena se non s'ha il cuore in pace, e che per avere il cuore in pace dovete adempiere con pari zelo tutti i doveri: esser riverenti coi genitori, rispettose con le insegnanti, affabili con le compagne, pietose con gl'infelici, buone con tutti.
E vedrete sempre alla prova, care fanciulle, che per lavorare ed esser buone non avrete da fare due sforzi distinti, perchè dal lavoro esce la bontà, come dal moto il calore, perchè dalla bontà sorge il lavoro come dalla luce la vita, perchè lavoro e bontà sono due virtù gemelle che non si scompagnano nelle anime elette se non quando le disgiungono a forza l'infermità e la vecchiezza, e tendono a ricongiungersi sempre per trarre l'una dall'altra ardore e vigore, e se non vincono ogni avversità e non sfuggono alla legge del dolore, ad ogni dolore trovano un grande conforto e ogni avversità sostengono nobilmente, quando quello e queste affrontano insieme.
Sì, siate buone, perchè dovete agli altri la bontà che loro chiedete e che, anche senza merito, per semplice virtù dell'età vostra, ottenete da tutti; perchè la bontà apre ed affina l'intelletto come il fuoco dilata e purifica l'aria; perchè è la sorgente inesausta dei sentimenti soavi e delle idee grandi; perchè è la madre e la nutrice di tutte le passioni più nobili, più operose, più benefiche, di cui si onori l'anima umana. E lavorate perchè il lavoro vuol dire allegrezza e coraggio, è attività del sangue e pace dello spirito, è sicurezza della coscienza e dignità della vita; perchè chi lavora, prega, spera, combatte, semina e costruisce, per sè e per gli altri, per il presente e per l'avvenire, e spande intorno con lo esempio, come fiore il polline fecondo, e trasfonde nel petto altrui l'onestà, la salute, la forza dell'anima sua.
Ma voi, d'animo e d'ingegno eletto, non avete bisogno d'intender da noi questi consigli. Questi vi son dati continuamente da mille voci, da mille forze più potenti della nostra parola. è lo spettacolo del lavoro immenso e perpetuo della natura, della grande forza operosa, come dice il poeta dei ?Sepolcri?, che affatica le cose di moto in moto, è il procedere non interrotto di ogni scienza, è il trasformarsi continuo d'ogni istituto sociale, è la notizia quasi quotidiana d'una scoperta nuova, d'una nuova via dischiusa al progresso civile, d'un nuovo ardimento dell'ingegno umano, è l'incessante, multiforme, infaticabile agitarsi di tutti gli esseri viventi per conservar l'esistenza propria e migliorarla per sè e prepararla migliore ai futuri, è tutto questo che vi dice con mille voci, ad ogni ora, ad ogni momento del giorno:-Lavorate!
è l'azzurro infinito che vi si stende sul capo, è l'alba che imbianca il mondo, il tramonto che lo imporpora e la primavera che lo infiora, è lo splendore degli astri, l'immensità del mare, il riso dei campi, la grazia dell'infanzia, sono i lampi divini che mandano dal volto le anime belle e le visioni celesti che v'apre al pensiero la musica e l'incanto sovrano che vi versa nel cuore la poesia, è questo grande linguaggio misterioso ed eterno della bellezza, che alla vostra anima pura, ancora tutta aperta ad accoglierlo e a sentirlo, vi dice da tutte le parti, ad ogni ora, ad ogni momento del giorno:-Siate buone!
Ma a che ripetervi queste parole in questo momento in cui la bontà vi splende nello sguardo e nel sorriso così dolce e limpida che ciascuna di voi ci pare della bontà un'immagine vivente, la quale desta nel nostro cuore tutti i sentimenti gentili che vorremmo infonder nel vostro?
Andate, non avete che da serbarvi in codesto stato d'animo per esser felici voi e fare intorno a voi tutti felici. Portate a casa i vostri premi e la vostra gioia; noi portiamo in cuore le vostre care immagini, l'eco del vostro canto e la dolce speranza di ritrovarvi fra un anno in questa scuola e di rivedervi ancora, come oggi siete, fiorenti di salute e raggianti di contentezza, festeggiate dalla famiglia, onorate dalla città, benedette dalla patria.
Quando mi venne proposto di raccogliere in un volume i seguenti scritti, esitai, parendomi che i soggetti fossero troppo disparati, e che il libro sarebbe riuscito una miscellanea. Ma cedetti poi al cortese desiderio dell'Editore, considerando che questi medesimi scritti hanno veramente qualcosa di comune tra loro; si riferiscono, cioe, per la maggior parte, ad avvenimenti seguiti in Italia negli ultimi due anni...
Nicole spent a decade as the Hewitt family's treasured daughter, bathed in praise-until she was ten, when the truth cut through. She was the mistress's child. Thrown out in a rage, she vanished. A decade later she walked back in, no longer meek. The Hewitt family sneered and tried to grind her down; she didn't flinch. Every scheme, she made them regret. Gossip called her a naive country bumpkin. She answered with a diploma. On the track and the runway, in clinics and code, she stunned-ace driver, noted designer, legendary healer, elusive hacker. The so-called impostor stood above them all!
Sunlit hours found their affection glimmering, while moonlit nights ignited reckless desire. But when Brandon learned his beloved might last only half a year, he coolly handed Millie divorce papers, murmuring, "This is all for appearances; we'll get married again once she's calmed down." Millie, spine straight and cheeks dry, felt her pulse go hollow. The sham split grew permanent; she quietly ended their unborn child and stepped into a new beginning. Brandon unraveled, his car tearing down the street, unwilling to let go of the woman he'd discarded, pleading for her to look back just once.
"Let's get married," Mia declares, her voice trembling despite her defiant gaze into Stefan's guarded brown eyes. She needs this, even if he seems untouchable. Stefan raises a skeptical brow. "And why would I do that?" His voice was low, like a warning, and it made her shiver even though she tried not to show it. "We both have one thing in common," Mia continues, her gaze unwavering. "Shitty fathers. They want to take what's ours and give it to who they think deserves it." A pointed pause hangs in the air. "The only difference between us is that you're an illegitimate child, and I'm not." Stefan studies her, the heiress in her designer armor, the fire in her eyes that matches the burn of his own rage. "That's your solution? A wedding band as a weapon?" He said ignoring the part where she just referred to him as an illegitimate child. "The only weapon they won't see coming." She steps closer, close enough for him to catch the scent of her perfume, gunpowder and jasmine. "Our fathers stole our birthrights. The sole reason they betrayed us. We join forces, create our own empire that'll bring down theirs." A beat of silence. Then, Stefan's mouth curves into something sharp. "One condition," he murmurs, closing the distance. "No divorces. No surrenders. If we're doing this, it's for life" "Deal" Mia said without missing a beat. Her father wants to destroy her life. She wouldn't give him the pleasure, she would destroy her life as she seems fit. ................ Two shattered heirs. One deadly vow. A marriage built on revenge. Mia Meyers was born to rule her father's empire (so she thought), until he named his bastard son heir instead. Stefan Sterling knows the sting of betrayal too. His father discarded him like trash. Now the rivals' disgraced children have a poisonous proposal: Marry for vengeance. Crush their fathers' legacies. Never speak of divorce. Whoever cracks first loses everything. Can these two rivals, united by their vengeful hearts, pull off a marriage of convenience to reclaim what they believe is rightfully theirs? Or will their fathers' animosity, and their own complicated pasts tear their fragile alliance apart?
Corinne devoted three years of her life to her boyfriend, only for it to all go to waste. He saw her as nothing more than a country bumpkin and left her at the altar to be with his true love. After getting jilted, Corinne reclaimed her identity as the granddaughter of the town's richest man, inherited a billion-dollar fortune, and ultimately rose to the top. But her success attracted the envy of others, and people constantly tried to bring her down. As she dealt with these troublemakers one by one, Mr. Hopkins, notorious for his ruthlessness, stood by and cheered her on. "Way to go, honey!"
Five years into marriage, Hannah caught Vincent slipping into a hotel with his first love-the woman he never forgot. The sight told her everything-he'd married her only for her resemblance to his true love. Hurt, she conned him into signing the divorce papers and, a month later, said, "Vincent, I'm done. May you two stay chained together." Red-eyed, he hugged her. "You came after me first." Her firm soon rocketed toward an IPO. At the launch, Vincent watched her clasp another man's hand. In the fitting room, he cornered her, tears burning in his eyes. "Is he really that perfect? Hannah, I'm sorry... marry me again."
I'm a moaning mess as Antonio slams into me from behind. His hips hit me hard, and each deep thrust sends shockwaves through my body. My breasts bounce with every movement, my eyes roll back, and I moan his name without control. The pleasure he gives me is overwhelming-I can't hold it in. I feel my walls tighten around his thick length. The pressure builds fast, and then- I explode around him, my orgasm tearing through me. He groans loud and deep as he releases inside me, his hot seed spilling into me in thick pulses. Just when I think he's done, his grip shifts. He turns me over and lays me flat on the bed. His dark eyes stare into mine for a moment, filled with raw hunger. I glance down- He's still hard. Before I can react, he grabs my wrists, pins me down, and pushes himself inside me again. He fills me completely. My hips rise on instinct, meeting his rhythm. Our bodies move together, locked in a wild, uncontrollable dance. "You're fucking sweet," he groans, his voice rough and breathless. "I can't get enough of you... not after that night, Sol," he growls, slamming into me harder. The force of his words and his thrusts make my body shake. "Come for me," he commands, his voice low and full of heat. And just like that, my body trembles. Waves of pleasure crash over me. I cry out, shaking with the force of my orgasm. "Mine," he growls again, louder this time. His voice is feral, wild, like a beast claiming what belongs to him. The sound sends a shiver down my spine. *** Solene was betrayed, humiliated, and erased by Rowan Brook, the man she once called husband, Solene is left with nothing but her name and a burning hunger for revenge. She turns to the one man powerful enough to destroy the Brooks family from within: Rowan's estranged and dangerous uncle, Antonio Rodriguez. He's ruthless. A playboy who never sleeps with the same woman twice. But when Solene walks into his world, he doesn't just break the rules, he creates new ones just for her. What begins as a calculated game quickly spirals into obsession, power plays, and secrets too deadly to stay buried. Because Solene isn't just anyone's ex... she's the woman they should've never underestimated. Can she survive the price of revenge? Or will her heart become the next casualty? And when the truth comes out, will Antonio still choose her... or destroy her?
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