le sacre
ome il Weber[302] avverte, non la suocera, ma la comitiva nuziale fa, in Germania, un tale sgarbo allo sposo. Il suocero invece più onestamente offriva allo sposo indiano un miscuglio di miele e gli preparava da sedere sovra l'erba ku?a. Presso i Tartari di Kazan è lo sposo che si fa precedere dal miele, ch'egli
campane incominciano con lo suonare a festa. La madre benedice la figliuola, che in Ungheria
anere uniti sulla terra come il dito all'anello, per durare uniti nel cielo. La sposa esce quindi dalla casa col paraninfo (che non è il bazvalan), il quale ha tante liste d'argento sull'abito quante migliaia di lire porta la sposa in dote[304]. Segue il fidanzato con la donzella d'onore; il bazvalan fa salire lo sposo tenendo la briglia al suo cavallo, il breutaer solleva di peso la sposa, ponendola dietro lo sposo,
i distinti, tirati da tre cavalli, dopo che la sposa ha r
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la Chiesa, a simboleggiare la fedeltà coniugale, si rappresentano talora tortore, talora delfini[308]. Nella campagna d'Alba, fino all'anno 1848, nella vigilia del giorno in cui si festeggiano i due santi della città, per la qual festa si dà il fuoco ad una colomba, che dà così principio ai fuochi d'artifizio, perfettamente come la colombina di casa Pazzi che, in Firenze, per la settimana santa si brucia, affinchè i contadini tirino gli augurii per la raccolta dell'anno; nella campagna d'Alba, io dico, fino all'anno 1848, era l'ultima sposa fattasi pr
di tutta la comitiva nuziale, la quale quanta fosse, in passato, possiamo raccogliere da una prova negativa, io voglio dire presso gli Statuti Fiorentini del 1415[309], ove si pone il divieto che il corteggio nuziale possa comporsi di oltre duecento persone, cioè cento per parte. Nè alcun vocabolo potrebbe essere qui più