/0/10983/coverbig.jpg?v=629f077414dbdd1ac3bcbb5de5f40baa)
Decadent fin-de-siecle novel about aristocratic Romans, made into a film by Visconti.
Decadent fin-de-siecle novel about aristocratic Romans, made into a film by Visconti.
Il primo ricordo è questo.
Intendevo, quando ho incominciato il racconto, intendevo: questo è il primo ricordo che si riferisce alla cosa tremenda.
Era di aprile, dunque. Eravamo da alcuni giorni alla Badiola.
-Ah, figliuoli miei,-aveva detto mia madre, con la sua grande ingenuità-come siete sciupati! Ah quella Roma, quella Roma! Bisogna che restiate qui con me, in campagna, molto tempo, per rimettervi.... molto tempo....
-Sì-aveva detto Giuliana, sorridendo-sì, mamma, resteremo quanto vorrai.
Quel sorriso ridivenne frequente su le labbra di Giuliana, in presenza di mia madre; e, se bene la malinconia degli occhi rimanesse inalterabile, era così dolce quel sorriso, era così profondamente buono che io stesso mi lasciai illudere. Ed osai mirare la mia speranza.
Nei primi giorni, mia madre non si distaccava mai dalle care ospiti; pareva che volesse saziarle di tenerezza. Due o tre volte io la vidi, palpitando d'una commozione indefinibile, io la vidi accarezzare con la sua mano benedetta i capelli di Giuliana. Una volta la udii che chiedeva:
-Ti vuol sempre lo stesso bene?
-Povero Tullio! Sì-rispose l'altra voce.
-Dunque, non è vero....
-Che?
-Quello che mi hanno riferito.
-Che ti hanno riferito?
-Nulla, nulla.... Credevo che Tullio ti avesse dato qualche dispiacere.
Parlavano nel vano di una finestra, dietro le cortine ondeggianti, mentre di fuori stormivano gli olmi. Io mi feci innanzi, prima che s'accorgessero di me; sollevai una cortina, mostrandomi.
-Ah, Tullio!-esclamò mia madre.
E si scambiarono uno sguardo, un po' confuse.
-Parlavamo di te-soggiunse mia madre.
-Di me! Male?-chiesi con un'aria gaia.
-No, bene-disse Giuliana, subito; e io colsi nella sua voce l'intenzione, ch'ella certo ebbe, di rassicurarmi.
Il sole d'aprile batteva sul davanzale, riluceva nei capelli grigi di mia madre, svegliava qualche tenue bagliore su le tempie di Giuliana. Le cortine candidissime ondeggiavano, si riflettevano nei vetri luminose. I grandi olmi dello spiazzo, coperti di piccole foglie nuove, producevano un susurro, ora leggero ora forte, alla cui misura le ombre or meno or più si agitavano. Dal muro stesso della casa, ammantato di violacciocche innumerevoli, saliva un profumo pasquale, quasi un vapore invisibile di mirra.
-Com'è acuto quest'odore!-mormorò Giuliana, passandosi le dita su i sopraccigli e socchiudendo le palpebre.-Stordisce.
Io stavo tra lei e mia madre, un poco in dietro Una voglia mi venne, di chinarmi sul davanzale cingendo l'una e l'altra con le mie braccia. Avrei voluto mettere in quella semplice familiarità tutta la tenerezza che mi gonfiava il cuore e far intendere a Giuliana una moltitudine di cose inesprimibili e riconquistarla intera con quell'unico atto. Ma ancora mi tratteneva un senso di temenza quasi puerile.
-Guarda, Giuliana,-disse mia madre, indicando un punto del colle-la tua Villalilla. La scorgi?
-Sì, sì.
Ella, schermendosi dal sole con la mano aperta, aguzzava la vista; e io, che la osservavo, notai un piccolo tremito nel suo labbro inferiore.
-Distingui il cipresso?-le chiesi, volendo aumentare con la domanda suggestiva il suo turbamento.
E io rivedevo nella mia imaginazione il vecchio cipresso venerabile che aveva al suo piede un cespo di rose e un coro di passeri alla sua cima.
-Sì, sì, lo distinguo.... appena.
Villalilla biancheggiava a mezzo dell'altura, molto lontana, in un pianoro. La catena dei colli si svolgeva d'innanzi a noi con un lineamento nobile e pacato, per ove gli oliveti avevano un'apparenza di straordinaria leggerezza somigliando a un vapore verdegrigio cumulato in forme costanti. Gli alberi in fiore, bianchi e rosei trionfi, interrompevano l'uguaglianza. Il cielo pareva di continuo impallidire, come se nella sua liquidità un latte di continuo si diffondesse e si dileguasse.
-Andremo a Villalilla dopo Pasqua. Sarà tutta fiorita-io dissi, tentando di rimettere in quell'anima il sogno che le avevo strappato brutalmente.
E osai accostarmi, cingere con le mie braccia Giuliana e mia madre, chinarmi sul davanzale tenendo la mia testa tra l'una e l'altra testa; in modo che i capelli dell'una e dell'altra mi sfioravano. La primavera, quella bontà dell'aria, quella nobiltà dei luoghi, quella placida trasfigurazione di tutte le creature per una virtù materna, e quel cielo divino pel suo pallore, più divino come più si faceva pallido, mi davano un senso di vita così nuovo che io pensai tremando dentro di me: "Ma è possibile? Ma è possibile? Ma dunque, dopo tutto quel che è accaduto, dopo tutto quel che ho sofferto, dopo tante colpe, dopo tante vergogne, io posso ancora trovare nella vita questo sapore! Io posso ancora sperare, posso ancora avere il presentimento di una felicità! Chi dunque mi ha benedetto?" Pareva che tutto il mio essere si alleggerisse, espandendosi, dilatandosi oltre i suoi confini, con una vibrazione sottile, rapida e incessante. Nulla può dare un'idea di ciò che diveniva in me la sensazione minima prodotta da un capello che mi sfiorava la guancia.
Rimanemmo alcuni minuti in quell'attitudine, senza parlare. Gli olmi stormivano. Il tremolio innumerevole dei fiori gialli e violacei, che ammantavano il muro sotto la finestra, incantava le mie pupille. Un profumo denso e caldo saliva nel sole, col ritmo di un alito.
A un tratto, Giuliana si sollevò, si ritirò, smorta, con qualche cosa di torbido negli occhi, con la bocca sforzata come da una nausea, dicendo:
-Quest'odore è terribile. Da il capogiro. Mamma, non fa male anche a te?
E si volse per andarsene; diede qualche passo incerto, vacillante; poi si affrettò, uscì dalla stanza, seguita da mia madre.
Io le guardai allontanarsi per la fuga delle porte, ancora tenuto da un resto della sensazione primitiva, trasognato.
"Stella once savored Marc's devotion, yet his covert cruelty cut deep. She torched their wedding portrait at his feet while he sent flirty messages to his mistress. With her chest tight and eyes blazing, Stella delivered a sharp slap. Then she deleted her identity, signed onto a classified research mission, vanished without a trace, and left him a hidden bombshell. On launch day she vanished; that same dawn Marc's empire crumbled. All he unearthed was her death certificate, and he shattered. When they met again, a gala spotlighted Stella beside a tycoon. Marc begged. With a smirk, she said, ""Out of your league, darling."
Hidden for years by the state despite a fortune worth billions, Grace bounced through three foster homes. At her fourth stop, the wealthy Holden family showered her with care, sparking spiteful claims she was a despicable grifter. Those lies died when a university president greeted her. "Professor, your lab's ready." A top CEO presented a folder. "Boss, our profits soared by 300% this year!" An international hacker organization came to her doorstep. "The financial market would crash without you!" Colton, a mysterious tycoon, pinned her softly. "Fun's over. Let's go make some babies." Grace's cheeks flared. "I didn't agree to that!" He slid a black card into her hand. "One island per baby."
Three years of marriage couldn't melt Theo's frozen heart. When an art gallery collapsed on Lena, he was off romancing another woman-lavishing her with a private jet. Three steel pins held Lena's shoulder together, but her heart remained broken. She filed for divorce and told everyone that he was impotent. Rising from the rubble, Lena blazed onto the design world's A‑list. She expected him to sail off with his true love-until Theo reappeared at her runway, pressing her against the wall. "Impotent, huh? Care to give it a try?"
Isabelle Everett's perfect life crumbles when her billionaire husband, Damion Ryder, serves her divorce papers on their anniversary. Betrayal, heartbreak, and deceit propel her into a six-year journey of self-discovery. Now, with secrets exposed and old flames rekindled, Isabelle must choose between the man who broke her heart or her high school sweetheart, the one who's always loved her but has an ulterior motive. Will forgiveness transform their lives, or will the past destroy their future?
In her past life, Vivian Grant was seen as a powerless beauty trapped by the cold and ruthless Alexander Brooks. Even he believed she never loved him. But when enemies closed in, it was Vivian who sacrificed everything, including her own family, to avenge him. Now reborn, Vivian refuses to hide her strength. She's revealing her true identity, claiming her power, and rewriting her fate. No more submission, no more misunderstandings-this time, she'll take control of her life and her love. As regretful brothers beg for forgiveness and powerful enemies fall at her feet, Vivian has one goal: to rise without mercy and make the man she once loved fall for her all over again-on her terms.
Mira found herself sold to her greatest enemies, who turned out to be her mates. She never expected to feel so much desire toward them, battling the bond while uncovering secrets that would shatter her world. The Lycan brothers-Rowan, Damien, Lucian, and Kai-are cursed, and the only cure lies in Mira's death. But how can they sacrifice the one woman they're bound to love?
© 2018-now CHANGDU (HK) TECHNOLOGY LIMITED
6/F MANULIFE PLACE 348 KWUN TONG ROAD KL
TOP