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Chapter 7 No.7

Word Count: 4006    |    Released on: 06/12/2017

bini confessava

stato nel mondo il c

dre aveva servito nell'esercito del principe Eugenio, vicerè d'Italia, e lui, Alberico, aveva rappresentato il duca di Modena presso la Cort

a una camerista tedesca della duchessa di Modena, ed il padre era, susurravasi, una società anonima di cui Francesco IV passa

ma vi occupa di rado il primo posto. La contessa Bonvisi, partendo per l'Austria, obbliò di farla imbaulare, codesta onestà, nei suoi

te Alberico amava sua

rla e di non più

chstadt ed il barone Jellachich. L'arciduchessa s'irritò e ottenne di non più fare invitare il mini

abilì sur un equilibrio di gherminelle permesse al marito e di gherminelle tollerate nella moglie, come una necessità di posizione. E tutto andava pel meglio, quando il rumore si sparse che la contessa Bonvisi era tocca da una malattia di petto complicata da una bronchite. L'amore del conte sembrava p

resentare la pezzuola alla bocca di lei. Respirando ella doveva aspirar naturalmente la polvere stessa sul mocicchino. Era la prima volta che suo marito si addiceva a quella manovra medica? La contessa nol sapeva. Per questa volta, la si contentò di fingere di dormire e di voltarsi

re una lezione di nosologia, e per conseguenza mi astengo dal noverarle. Le cause extranaturali sono dovute tutte all'avvelenamento. Parecchi tossici possono dare la bronchite e la tisi: sostanze gassose, minerali, vegetali. I Malesi ne hanno una

l duca. Silenzio s

re della contessa Bon

o il suo arrivo, su

lberico fu

istro di polizia napolitano il principe di Canosa, cui la Santa Alleanza e lo stesso re Francesco I di Napoli trovavano troppo energumeno. Francesco IV cospirò per impedire che Carlo Alberto arrivasse al trono di Piemonte.

rchè hai tu uc

o, restò silenzioso u

ero geloso, ed ella

lungamente, poi

serabili e di briganti. Scegli dunque: o una galera a perpetuità, o il ritiro in una casa di gesuiti, portando loro in

lungo tempo sulla scelta che il duca gli aveva lasciato, e si decise. Non avrebbe avuto che un varco a fare per uscir dagli Stati del duca di Modena e penetrare in Lombardia, in Toscana, in Piemonte, negli Stati del Papa o

cuore del conte Alberico Bonvisi, a causa della morte prematura di sua moglie,? egli andava

zione sociale, le funzioni riempite, il carattere dell'uomo, li incantavano anzitutto. Essi non ignoravano i rumori che correvano sull'assassinio della contessa,

a madre del conte Alberico impegnava suo figlio, con le lagrime agli occhi, a f

ni che del male. Voglio vendicarmi di loro. M'ingag

li giudicava come la gente volgare,

difficile. Ma ciò fu tutto. Una volta trasformato nel P. Piombini, un mondo nuovo si aperse innanzi ai suoi occhi: quel mondo della notte, popolato di fantasmi e di stelle, che addimandasi il dominio delle coscienze,

gue ciascuno la sua vocazione. La Società non dimanda che ciò che ciascuno può dare col minore sforzo e con la maggiore precisione ed efficacia possibile. Ora, d'ordinario, si fa

; ei se la tracciava da sè stesso: la predica e la confessione sur un gran teatro. Napoli essendo la città più considerevole d'Italia, il P. Piombini fu installato nella casa di Napoli. La

abilimento che occupa un paio d'ettari di suolo nel cuore della città, forato di una dozzina o due di uscite secrete, un quadrato in un'isola fitta di case, in una città di un mezzo milione di abitanti, mal rischiarata la notte, con

ore avanzate, il padre Piombini, uscendo o entrando nei dintorni del Gesù Nuovo. Ma come ass

r indifferenza. Lavorava per spandere l'influenza morale della Compagnia, aumentarne la ricchezza, moltiplicarne i membri, soggiogarle la potenza laica. In parecchi negoziati, sopra tutto in occasione della famosa captazione dell'eredità del marchese Mascara e della morte dei tre ultimi eredi di co

Tutte le forze vive del paese si aggruppavano intorno a lei o mettevan capo in lei, non fosse che per odiarla. I gesuiti che sono i meno gelosi di tutti i monaci, s'inorgoglivano del padre Piombini, il quale, dal canto suo, riconoscente della libertà che gli si accordava, lavorava con amore per la Società, era modesto e famigliare con tutti, misuratissimo verso i capi,

a andava ad aprire le po

il resultato del suo abboccament

ene,

va non so che; era distratta

i maniche, sclamò dessa. Io h

l'anima di un gesuita

famosa. Rac

gradazioni infinite di un linguaggio, le cui bi

odo, e lascia

meglio di me: io ho creduto int

som

Vi erano parecchie femmine in toilette splendide, degli abiti neri tempestati di decorazioni, degli uniformi militari, i di cui portatori mi sembravano diabolicamente vogliosi di trovarsi altrove, giovani e vecchi, poche donne vecchie, ed io la più plebea. Gli era un salone di ministri nei giorni di ricevimento, stando a ciò che ricordo aver letto nei romanzi. Io occupava il centro di questa udienza

rtello con il motto: qui non s

lo sguardo in avanti, quantunque gesuita. Cammina con grazia, malgrado la sua laida sottana. è calvo sulla fronte e rigetta indietro il resto di una capigliatura bionda e soffice. Ha l'occhio grigio vivissimo, alterissimo, arrogantissimo; è pallido, il che rileva la bianchezza dei suoi denti e le rose ardenti delle sue labbra grosse ed umide. Il suo naso

suo prestigio. Tu ne sei

bamento indefinibile nell'anima: essa ha la dolcezza insinuante di un timballetto d'oro e l'armonia oleosa, se

a tessuta di seta e di oro, con cui la regina Gio

altresì il mio sguardo nel fango. Io guardo in faccia uomini e Dio. Che ti direi? noi ci siamo studiati così per tre ore. Imperciocchè, tenendo sempre il suo orecchio incollato al graticcio, di destra o d

bene, sclamò Do

tutto al più, io temeva di sentire il mio viso appestato dall'alito di un frate che digerisce male. Il mio sembiante era inondato di un soffio caldo, sano, giovane, profumato. Le mie idee co

la

re. Ciò mi dava il tempo di riflettere. Bisognava però che io aprissi il fuoco.

bedire agli ordini di colui che mi vi

nato di venire, figli

mbi

voi, che non transige sul com

non siete preparata. Vi confesserò senza ciò. Ed anz

vrea meno costosa

lcune vocazione per

tamente

a donna per la preghiera sterile e per la solitudine disperata.

go, la bella festa che

stra condizione, del nostro stato di fortuna, delle nostre risorse e di altri

amoroso,

sclamato io vivamente,

marito, gli è sempre il profumo che Dio dà a quei fiori divini che si chiamano giovinezza e beltà. Ora, figlia mia, negligere

o dei

cie di sog

rei troppo. I sogni?

e l'ammaliò di un languido sguardo, riviene alla fanciulla e l'agita. Ella prova allora delle sensazioni vaghe, dei desideri misteriosi, se ella è ancora innocente, se ha l'anima così vergine come il corpo. Ella subisce un'attrazione irresistibile, il suo cuore batte, il suo sangue bolle o si agghiaccia, de

risposi io

unque! obiet

osservazione insensata d

e voi qualcuno, figlia

mbi

o risposto con vo

ossa? domand

na. D'altronde non mi era io proposto d'andare a burlarmi di quel f

ibro, che so ancora? han loro appreso i misteri della vita e l'uso dei tesori della bellezza di cui Dio le ha dotate. Alcuno dunque, f

e che alle brezze delle mie montagne che folleggiavano

pure e si maritano an

Piom

vato io, ma l'amore che ba

arito? Sola, nella vostra alcova verginale, non avete voi giammai considerato che,

Diego a Bambina ch

con una voce sì dolce, sì commossa, sì tenera, che io mi sentiva svenire sott

tto io. Io non ho inso

sovente, figlia mia; è mestieri che io vada a vedervi. Un confessore è un padre, meglio ancora, egli è una madre che può con mano sicura alzare i veli dell'innocenza senza squarciarli. Quando avrete conosciuto il p

sposto? chiese D

erdì, se aveva dell'orgoglio, se.... io teneva le braccia in croce sul petto la notte, se diceva male del pro

a memoria stupenda, il gusto del predicare e punto d'ingegno per comporre i suoi sermoni. Egli è ricco altrettanto che vano. Se il vostro fratello potesse scrivere prediche, dei piccoli trattati pii per il canonico, costui sarebbe una miniera per

promesso d

do d'ombre laide o raggianti che s'incrociavano nel mio cervello come le rondini nel cielo del nostro giardino di Lauria. La parola di questo gesuita ha messo il fuoco ai miei fantasim

ciare sua sorella sulla fronte come di uso, senza dire u

ro, ella tornò

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Contents

Chapter 1 No.1 Chapter 2 No.2 Chapter 3 No.3 Chapter 4 No.4 Chapter 5 No.5 Chapter 6 No.6 Chapter 7 No.7 Chapter 8 No.8 Chapter 9 No.9 Chapter 10 No.10 Chapter 11 No.11
Chapter 12 No.12
Chapter 13 No.13
Chapter 14 No.14
Chapter 15 No.15
Chapter 16 No.16
Chapter 17 No.17
Chapter 18 No.18
Chapter 19 No.19
Chapter 20 No.20
Chapter 21 No.21
Chapter 22 No.22
Chapter 23 No.23
Chapter 24 No.24
Chapter 25 No.25
Chapter 26 Don Diego Spani Pag. 1
Chapter 27 Come il vescovo di Policastro accudiva al suo ovile 17
Chapter 28 L'esodo dei pellegrini 34
Chapter 29 Un benvenuto! che non vale neppure un
Chapter 30 L'entrata nella vita civile 70
Chapter 31 Ove si vede le anime del purgatorio divenir spie 87
Chapter 32 Come il P. Piombini confessava le giovinette. 101
Chapter 33 Infrattanto il re prega 119
Chapter 34 La tempesta si addensa 138
Chapter 35 L'esplosione 151
Chapter 36 La metempsicosi di Bambina 166
Chapter 37 Presto o tardi, egli arriva sempre, il brigantello 179
Chapter 38 Come si diviene lazzarone 195
Chapter 39 E come si diviene galeotto 213
Chapter 40 Le prime stazioni della via crucis 237
Chapter 41 Il dado è gettato! 253
Chapter 42 Ma! se gli ambasciadori pure se ne mischiano! 268
Chapter 43 Diamo un tonfo nell'inferno 281
Chapter 44 Ove si vede l'ultimo campione dei re d'una volta 297
Chapter 45 Eh! ma! per chi li prendevate voi, sire! 312
Chapter 46 Qualche ritocco al ritratto del re che prega. 328
Chapter 47 Nel bagno di Procida 342
Chapter 48 Vi sono dei giudici in galera 357
Chapter 49 Da Napoli a Roma 376
Chapter 50 L'appuntamento della mezzanotte 395
Chapter 51 Peste sia degli artisti! 412
Chapter 52 Il vescovo del diavolo 428
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