di V
un anno di silenzio. Stupita
tta A
i il Natale? Perchè non a Montreux
ngèr
n Maman a Nervi; con Vivien a Glasgow; con Barbara a Torino; con Silvia a Roma; con O'Kelly a Parigi.... Secondo una mia abitudin
érangère. Ma allora, rifletto io, chi prescegliere tra t
testa. Dunq
le s
Béra
pomeriggio d
An
nzata un anno fa al conte Lucien de Lussain-Maldé di Chateau-Mirval; poi
osi, la sua gente oppressa dal ferreo pugno britannico.... Accanto a lui un uomo biondo, ancor giovane, di cui i tragici occhi azzurri hanno scandagliato le profondità ultime del dolore; lo riconosco: è Von Hindenburg, nipote del chiodato Feld-Maresciallo. Presso a lui, rosea e ridente sotto al grande cappello nero, Mary Snowden, la propagandista de
reno c
zzero sotto la neve; ma le descrizioni di paesaggio si
ed ecco anche Bérangère, sorridente e soave, che dalla piattaforma mi saluta svent
dice, traendomi verso un Grand H?tel vicin
installate in due gran
Tarnier o con madame la c
Natale; sul mistico significato della Vigilia di Natale, del giorno
to la notte della Vi
do: - Nascosta in una casa di Londra con cinque o s
zzoletto rosso e ne fa qualche cosa che somiglia a un topo,
tempo; - Ah! Io!... - E improvvisa
ione che non comprendo. Orrore
tazza di thè in mano, mentre
ue pagine di u
dice Bérangè
o a Chateau-Mirval un pranzo di famiglia seguìto da un grande ricevimento per partecipare al mondo che l'erede dei Lussain-Maldé si fidanzava.... a me. Da Parigi era annunciato, per l'occasione, l'arrivo
lle due del pomeriggio, arrivando a Ginevra verso le quat
24, alle due, uscimmo dall'albergo e ci avviammo all
osa e ghiacciata mia zia sci
tri telefonamenti ai de Lussain-Maldé, Chateau-Mirval, Ginevra. ?Verrò, io sola, col prossimo treno. Arrivederci stasera alle 21,10?. Disperate proteste dall'altra estremità del telefono. Laceranti
e deserta. Nessuno viaggiava in questa serata. Pensai al pranzo di famiglia - tavola risplendente, visi sorridenti, vini spumeggianti, discorsi augurali, ed io, a fianco di Lucien, eroina di tutti i festeggiamenti.... Un'irrefrenabile tristezza mi morse il cuore e mi riemp
go corridoio ed arrivai davanti all'uscio della ?Toilette p
in un armadietto il ?luxe?, costituito da un pacco di forcelline, una s
ia. I bambini aspettano ch'io vad
unico mio bagaglio, poichè il resto mi aveva preceduta a Ginevra) alcune monete d'argento, gliele porsi augurand
lungo i suoi passi
no per niente gonfi; appena un leggero arrossamento delle palpebre tendeva a darmi - colla mia carnagione bianca e i miei capelli color rame - un'aria un poco tizianesca. Pensai con soddisfazi
un ultimo sguardo nello spe
la porta - non si mosse. Tentai di scuoterla - era rigida, solida, in
venne. Tutti erano a casa a fare il pranzo della Vigilia. Tutti erano intorno agli alber
che entrava nella stazione. La disperazione mi colse; poi rinacque la s
nel muro, corsi in su e in giù, aprii e richiusi una porticina in f
eno usciva dalla stazione - andava a Ginevra senza di me!
quel treno e verrà a cercarmi. Chiederà, cercherà; interrogherà il bigliettario, il capostazione.... Il bigliettario non mi aveva veduta, poichè avevo preso il biglietto direttamente da Glion; ma il capostazione, sì. Durante quei pochi minuti in cui avevo girato per la stazione pri
idarmi le unghie; non avevo altro da guardare che il lavabo di marmo, la saponetta rosa, l'asciuga
io avvenire con lui.... pensai al pranzo di famigl
caso che qualcuno potesse udire. Ma la mia voce in quel silenzio mi gelava il sangue. Cominciai a
che sapevo; poi tutte le poesie che rico
enoux au milie
ant m
de feu pour l'al
e lati
e pensai: ?Adesso morirò di sincope. Mi troveranno domani, giorno di Natal
vra.... e Lucien! Questo pensiero mi agitò tanto che mi misi a gridare e non smisi più; gri
r ascoltarlo, poi ripresi più forte. Il passo si fermò; ind
allò! Do
idìo della mia voce si ripe
a d
Cinquante centimes! - ululai. E ca
porta si aprì, e il mio salvatore app
atto. - Mais qu'
me una Furia. - Arrive che io dovevo essere a Ginevra per il mio pranzo di fidan
a mi parve di scorgere sotto ai suoi baffi biond
rezione, alla Federazione. Sì, vi processerò; perchè non avete il diritto di rinc
o piant
nendo la porta aperta girò due o tre volte la maniglia e poi la
ettamente! Difatti.... - E con un r
ente, - disse lui calmo e c
la chiusi con violenza. - Non funziona affatto! - E gli
se; spinse la porta, tirò la porta. Niente. Solida, ferma, incrollab
suoi occhi mandavano lampi
li dissi, con gesto di comando. - Us
sgarbato. - Siete voi c
e poi, come quello mi guardava con occhi saettanti, mi
ominciò a dare delle potenti spallate nel legno. (Mi passò per la mente che se Lucien, colle sue esili e
berretto rosso che finora aveva tenuto in testa, afferrò il tavolino, lo alzò in ari
na lunga striscia bianca sulla vernice scura del le
porta. Gettò un'occhiata verso il piccolo uscio in fondo alla stanza, ma di sopra a quell
nica seggiola che pareva un isolotto in un mare di desolazione; ai miei piedi giacevano i ro
ueta disperazione lo commosse, per
anto sia penosa la sua situazione;
col quale ero qui rinchiusa, lontana da ogni soccorso; ma a dir vero egli non m'ispirava alcun senso di terrore. Era molto giovane e molto biondo. I capelli, scompigliati dai suoi gesti violenti, gli cadevano in ciocche soleggiate sulla fronte; erano bionde le ciglia aggrottate, e biondi i brevi baffi sopra la bocca risoluta. Aveva i
l muro colle braccia conserte. Io alzai gli occhi
iverà il diretto di Ginevra
anno! - esclamai su
ribattè lui con un sorri
dissi con un piccolo sin
Chi la
il velo grigio in testa, e ne ero tutta avviluppata come da una nube malinconica. - Non
nterrogare il capostazione. Irreperibile anche quello! Sarà una bella situazione, - soggiunse co
ensato. - Mio Dio! - esclamai, -
visa risata, e continuò a ridere e ridere, col
anquilla alterezza, dalla presenza di quello stolto giovinetto ridacchiante.... ma d
, il fischio del treno da Ginevra. Il capostazione smis
il treno entrò nella stazione e si fermò, con
n passi - nulla eccetto il profondo, asmatico respiro del treno. Allora il capostazione alzò le mani alla bocca e con due dita, allargan
o gridare, gridai alternatamente: ?Aiuto!? e ?Lucien!...? A mia grande mortificazione vidi che quell'uomo s
, si mosse. Ben presto il pulsante battito si fece più ri
gran pezzo immob
? - diss'i
o non
mpo dovremo
mattino, quando la c
amai, e chinando il ca
ersi il cappello e cerca
i tolti non sapevo dove metterli; se sul lavabo o per terra. Mi dec
non ero bruttissima. Già.... se avevo potuto piacere al conte Lucien de Lussain-Maldé, così difficil
. .
ono le ore?
no passati dieci minuti! Pensai alla zia Clotilde e al suo piede; pensai a Luci
ompagnavano - fiutando l'articolo sensazionale - un redattore del Journal de Genève e due altri cronisti che i de Lussain avevano invitato per render conto della festa. La strada è lunga, ripida, scurissima; e i tre saliv
lette de luxe?, ci guardavamo inebetiti ascol
gère
e? - ch
dita irrequiete tornò a far saltare
inire? Come pas
, ed egli mi parlò di suo padre, un vecchio dottore di La Chaux-de-Fonds e di una sorella ?bionda come una lampada accesa?. Mi pia
Ispagna e in Germania prima della guerra; aveva letto ?Also
ilieu de la classe?; e poi egli, seduto
no, allorchè uno strepito alla porta ci fece voltare. Era
già le sette
o Bérangè
ne? -
riggio al Chateau-Mirval, la contessa mi accolse con gelida cortesia; disse che suo fi
cuni giornali: la Gazette de Lausan
Fidanzata?. Il secondo, più faceto, intitolava il suo art
ratteri queste parole: ?IDILLIO DI NATALE I
iù vedut
ollana di perle di ottantasei gemme scelte; una meraviglia! Quanto alla Peu
viso roseo col fazzoletto rosso; - aspetto tra poco l'arrivo di qualcuno...