llinea
I DI CA
ci mi
rlare col
o, - diss'io,
etta qui. Vad
sopra a Gressoney la Trinité, verso un gruppo di
che passava in rivista le sue truppe alpine. Vestiva il pittoresco costume Gressonese:
dietro a Carducci che si fermò. -
ti parlerà. E tu, bada di rispondere
e a me. - Spero che frattanto non andrai a vagabondare pei boschi secondo
mentre vedevo allontanarsi la breve, poderosa figura col suo bast
iù cresceva la mia trepidazione. Pareva che la salita la facessi io; mi mancava il respiro e mi batte
che narra del mozzo sul bastimento incendiato
ood on the
but he ha
o fu detto: ?Rimani?; ed egli non si muove. - Il padre non torna perchè le
figuravo di essere l'eroina di grandiose ineffabili avventure anche ne
e pareva uscita fuori - per un istante solo, in punta de' piedi! - da un meraviglioso racconto de
l passo al poeta. Poi si richiuse ondeg
un ufficiale - un colonnello di artiglieria - risplendente e magnifico. E a me, cui sempre danzavano nella testa i versi,
olta un cava
le e pieno
egli avea p
to il Colo
proni avea, d'
tutto,
vanti a me, presentandosi in u
son, -
inclinand
ncarica di condu
nte; e al suo fianco asces
. .
la prima volta dopo quel giorno; non eri più Colonnello
e tue due figl
me: - Allason. - E subito mi riparlasti di quel lontano gio
; rico
o. Se anche la tua Regina, che tanto amavi, fosse entrata nella tua camera, tu non ti saresti alzato, non ti sare
e tue due figl
i, erano caduti da te come un logoro mantello da trincea, e tu uscivi fuori nella morte, bello e baldo nella superba divisa, colle med
olta un cava
e e pieno d
. .
mobile stava Carducci; mi pareva di scorgere nel suo sguardo rivolto a me una cer
ebbe. (Oh silenzio
parlò. Subito mi parve d'essere sola al mondo con lei. Virtù veramente regale, ella dava, parl
o parlai poco e Carducci non parlò affatto. (Già, egli era ?d'indole orsina? e amava di tacere quando non aveva nulla d'importante a di
amente regale. Ma è an
- chiesero le molt
r Piero si
lle vostre poesie, Sua Maestà m'interruppe subito
lle altre sig
cosa ris
si non senza trep
a me con un affabile sorriso:
chè? - chiese
ol dire? - chiesi io,
rdò di nuovo c
. Era una risposta
ch'io assai
rducci d'improvviso. - Ella non aveva al
so. Fortuna volle che i camerieri entrassero nella sala portando maestosamen
ere mi porgeva con benigno sussiego,
vol, e del tac
un'ala d
se di scatto co
sa? Cos'
la sagace
ignifica che bisogna prendere l'
Ma che poesia! - esclamò, crolland
ilmente ero io!) e il
ra spiritoso e brillante e amava gli scherzi. A Carducci gli scherzi non piacevano. O allora dovevano essere degli scherzi
ideva poco. E
a per una delle tre signore Serra-Zanetti che abitavano l'albergo. Ma poichè il tempo si guastava, la signora non volle uscire e il bu
che vedevo. Anche in città, egli s'irritava molto a vedermi andare con mano tesa verso tutti i cavalli di ?brum?; e sempre, avvistando qualche mali
no a portata di mano, che aveva un naso marrone, lungo e aristocratico,
o, Ciocca mi offerse di montar
iniosamente tentando di arrampicarmici coll'aiuto di una sedia portata da un cameri
e nella staffa e le redini incrociate all'inglese
. corna che trovi, - disse. E si
sonomia dei momenti foschi. Con occhi lamp
dire? - domandò c
niente, - rispose
ancor più Carducci. Lo vidi string
E dall'alto del mio cavallo (ricordando il successo
e mancò totalmente il suo effetto e
idamente, ed io cercai con furtivi calci di far impe
lo pensieroso e circospetto che ogni momento si fermava a sca
uesto cavallo vuol sedersi a guar
ne e trascinando il letargico quadrupede per l
montavo come
per fatalità tutti i villeggianti di Gressoney, di Saint-Jean e della Trinité parevano essersi dati convegno in quell'ora su quella strada. C'era il dottor Ry, c'era il p
Villa Peccoz e, come il cavallo volle
ai scivolare dalla sel
cci, che aveva scordato le sue ire.
i bucefali ed io salivo in sella e uscivo per sentieri e praterie, mentre Carducci camminava accanto
, a voi diletta s
ando, l'erte crin
. .
e cascatelle che tutt'intorno dall'alto delle rocce scaturi
ro sull'acqu
laggini che mi venivano in mente). - Lassù in alto stanno sdraiate sup
increspate e rutilanti e facendosi schermo agli occhi
a me. Quella lettera è ristampata nelle su
a Bologna. Ma io volli rimanere a vagabon
ca già a cassetta - guardarmi con quegli occhi vividi e s
zando il cappello e sc
go: - Vi ringrazio di essere st
già incappucciati di bianco e sull'immensa cerchia di cime algide nel cielo freddo. Certo, io gli appaio solinga e sperduta in tutto que
he se ne va tutta sola, p
an gesto che a Carducci piace, e i cav
i mi abbia raccomandata alla cura dei giganti montani, e mi par
fili telegrafici e sui ?Pass? non si passa più, io, in una slitta aperta - r
un thè di tiglio fumante col kirsch. Sua moglie mi sveste degli abiti irrigiditi e gelidi, e appena
questo per lo stomaco
ridi
co coi denti stretti, contemplando la fetta di g
o; e, maternamente, me lo applica sul pe
rdo esplicano i loro benefici effetti e
metri d'altitudine, e dove - non più difesa dai miei giganti amici
nvoco il tiglio e il lardo; invano!
Luzzatto. Sono stata a scuola coll'unica sua figlia, Evelina - rap
ne mi fa rispettosa, la malattia mi permette
rotesta nè ride, come avrei sperato. Dice: - E
morire....
Ch
e mamma. I miei fratelli? Arnaldo è a Tokio, Ferruccio a Nuova York; Anselmo a Buenos Ayres; Louise a Kew; E
ra d
rti Ca
a lo a
cigliato che mai. Mi guarda un
; e ti far
alo? - mo
. Sparisce. Sparisce anche la sig
dormo. Dormo per quattordici
i, a Carducci che è riapparso; e accanto
- Vedremo. Adesso
via tranquillizzato e ritornò a
olita, gli diedi due grandi baci, uno di qua uno di là sulle guancie, ed egli li subì col suo a
se a me con severità: - Mi farai il piacere, -
orpresa e m
Non vi bacio che quando partit
- Appunto. Non è necess
do arrivate per la gioia di vedervi, e
abituale d'impazienza battendosi un dito sul labbro per farmi tace
re al suo albergo; io ero mo
? - diss'egli
- mo
romesso u
ora ero
, - disse Carducci iroso. - Ti h
o? - feci f
che ti dare
argli le braccia al collo, ma memore dei suo
uan
o, - di
. Mi sent
i compera
Domanderemo al cameriere del Savi
e sempre alloggiava e vi lasciò le valig
che i cavalli si comperavano al Tattersall. Anzi, mandarono subito
mi colse
caro Orco, per comprar cava
e Carducci. - Ho venduto
e li
he cose; e lo Zanichelli me lo ha pagato moltissimo. - Carducci po
sbalordita davanti ad una si
rvai: - Dunque, in fondo.... conv
Sì, sì. Conviene.
acere, e dopo un i
e se parlassimo un poco....
rducci aggrottando le ciglia. - Non con
è?... c
libro che
el colore e della
e spalle, - mi pareva impossibile.... B
cevo io; grande e magro, diceva lui. Ma sugli altri particolari non fummo d'accor
caro O
i, - ti ho detto di las
one a un'altra tavola, lo scorse e venne a parlargli. Dopo che ebbero discusso varie c
uterebbe nella scelta. Tanto più che se ne inte
abilità. Era circondato da molti uomini - maestri d'equitazione,
li, cavalli bai, cavalli sauri, cavalli pomellati; passarono al passo, al
ti. Ad ogni nuovo cavallo che app
fico baio con due belle calze
losofia con cipiglio d
a due vale q
o mi ra
oda lunga e la criniera increspata come s
ettò a spiegarci che il puledro - un arabo puro sangue - apparteneva all
igantesco: breve coda irrequieta, orecchie mobili, nervose; occhi
gli facesse schifo. Era tutto nero, eccetto due calzerott
ifico! -
anco citò: - ?Balzano d
i con fervore a Carducci; e anche lui gua
ell'Apocalisse, - d
o il mio entusiasmo mi c
ccomi in sella, così in alto che mi
vallo ed io, come nella Mignon, la ?danza delle uova?. Poi partimmo al trotto, un trotto molto alto, un po' duro, che a scosse e sbalzi mi fece cadere il ca
riappuntavo le treccie, Carducci si avvicinò
sore si avvicin
va il direttore, - vedono que
te si disegnava tutto un intrico di delicate venatu
rincipio d'arterio
parvero meno interessanti della grande bestia nera. Allora mentre quattro o cinque dei ca
valli non costa pi
re volte la mano sui baffi prima di rispondere. Fu per me un mom
ello
l'Apocalisse - era
ila settecento lire, - di
direttore con un gesto lo fermò e lo invitò ad e
no stalliere che stava vicino
pallomèni, - r
.. A
minuto prima di spiegarmi meglio
lo? Si chi
he orrore! P
mento e abbassò gli angoli del
... Lo
ei desolata, volge
udito. - Babieca è il nome del cel
rducci ricompariva (a fianco del cavaliere, tutto sorrisi
nome vu
o: ?O Sauro Destr
disse Carducci. -
egaso.... Chirone.... Bellerofonte.... e vid
tagliai
nello sguardo.... e forse nel carattere.... assomigli un poco a voi. P
adesso basta. Io devo trovarmi alle quattro col march
gesto di salu
utò anch'esso fretto
artamento in via Borgo Spesso. Mi vedevo, io, arrivare alla sua porta con quel cavallo!... Spiegai al cavalier Rossi la situazione, ed egli fu gentilissimo; s
olìo mi percorse, fermandosi soprattutto ne
ra o all'albergo, per tre mesi non avevo più nulla. Allora andavo a rinchiudermi in campagna in casa di m
Borgo Spesso. Arriva
esclamò con ansia
tai. - Un cavallo nero, g
signora Emilia, con dolcezza
madietto delle medicine per
venire a vedere Giosuè Cavallo; ma ella, che aveva di tutte le bestie e
ne farai? D
a. - Non crede che.... l'onorevole Ricca
o ma
he montarlo qualch
zatto alzò gli
n parlargli
gliene
occava andare di qua e di là, per monti e valli, al trotto e al galoppo, per passeggiare e disciplinare Giosuè Cavallo (che se stava due giorni in scuderia diventava una belva). Volevo fare un viaggio a Lon
e mi consigliavano, ch
isogna venderlo. Biso
? Vender
atto questo regalo, che per niente al mondo avrei voluto dargli un simile dispiacere. Subito, il giorno seguente alla compera, egli
iosuè Caval
domattina, in carrozza col prefett
avallo negro-splendente al sole, trottai e galoppai ora davanti, ora dietro, ora a f
e, e avevo il torcicollo e un crampo indescrivibile nel braccio sinistro. Giosuè Cavallo non andava mai al passo. Neppure per un istante cessò dal suo trotto rigi
n sorriso pacato e soddisfatto; e chiudendo
urono scesi nel vestibolo, mi feci portare dal cameriere della legna in fascina, e rompendola a pezzetti ne riempii la valigia di Carducci. Accadde poi che, a metà str
valigia! Che cos'è tutta questa le
a, e voltandomi scorgevo Carducci feroce che, aiutato dal pre
avano - intimiditi dal suo cipiglio o dalla sua grandezza - mantenevano intorno a lui un'atmosfera di gravità e soggezione assai noiosa, credo che, in fondo, le mie monellerie lo riposassero da tanta grigia solennità. Quanto
raviglioso dei doni; soddisfatto di sè, di me e di Giosuè Cavallo; felice di aver
cari a cui chiedevo costantemente denari in prestito; per lui annunciai sulle quarte pagine dei giornali che davo lezioni d'inglese, tedesco, francese, italiano
ne e d'ira, di angoscia, d'amore e d'esecrazione che si prova
avo, spaurita e rapita, e sognavo di balzargli in arcione un giorno e via! a carriera, traverso monti, valli e frontiere, fino a giunge
apollinea, fier
redini io ti li
mito d
la folgore di Gi
rifichi, o che il
o e ca
ine così gloriosa. Disertai. Come quegli amanti che dicono: ?Moriamo insieme?, e poi al supremo passo l'uno vilme
a folle catastrofe che lo spezzò, e che portò me pure vi
re fu che non osai
ore. Egli mi scriveva ora - più sovente del so
bello. In cima alla mia mente sta l'imagine tua e sua, lanciati al galoppo, ondeggianti la nera crini
no. Ebbene, io allora - credo di poter dire che questa fu l'unica volta! - ho mentito e ingannato.
nunciò prossima
o recarmi subito a Napoli
ci ne fu
di cavalli agitatrice
nde salutare una regale Amica, e vedermi passare, sull'azzurro
ta - Arturo Colautti - che era venuto a trovarmi. Lo preg
lle; n
ch'era con
mo un cavallo che per un'ora personifich
della Guerra. E il marchese Lillo Catalano.... e il conte Bruno Torri....). Davanti al balcone della casa in strada Caracciolo dove io avevo preso alloggio, fu uno sfilare di foschi corridori: di mor
lmente su di uno por
Per quanto io lo molestassi con morso, scudiscio e tacco per animarlo, per farlo inalberare come soleva il mio nobile corsiero, Ras Alula scoteva la testa placidamente, partiva a un picco
o dis
ra e fissando lo sguardo, più focoso assai che non quello del
sul titanico e quiescente Ras nel cortile di via Caracciolo, vidi arrivare di corsa Maggiotto col
percorrere la bestia, che nit
sa gli fate
' di zenzero sotto la coda! - E abbandonò l
all'indietro. Cedetti le redini e con una scudisciata sulla testa lo richiamai; allora, tuffando il capo, partì forsennato,
imo la visione della sua faccia alzata a guardarmi - e odiai Ras Alula, e Maggiotto, e la vita.... e più di tutto odiai me stessa, che recitavo
i rosso vivido - era la carrozza reale, era Margherita preceduta dai suoi s
allentare la corsa, per non raggiungerla, sopratutto - imp
cedetti le redini, invano strappai a destra e poi a sinistra, segandogli la bocca.... la bestia in furore continuò la sua corsa! Fu miracolo se,
sto, come un lampo nero e villano, comparire e sparire le mie
e tutto e tutti e avrei voluto lanci
si calmò: sulla via traversa fece due o tre scivoloni, salì sul marciapiede com
. .
ci che Giosuè Cavallo non era più mio.... che non era più d
ndo, dopo molti anni, rividi Carducci nè i
. .
giorno vidi alzato verso di me il suo viso fiero,
n gli as
I ANNIE
anzo. (Bemporad - 2a e
emporad, 1
- Romanzo. (Be
e. L
e. - Dram
s! - Roma
esca.?
nutili. - D
- Romanz
STAMPA SU ?N
lla Sera (E
ealtà ed è fantasia, Naja Tripudians di Annie Vivanti. L'idillico e il tragico vi fanno un viol
nza a cui non si resiste. Singolare nel
i: la voce che canta più alta e più sicura
(Paolo De
me di delic
Italia (Die
tamente morale nella sua immoralità.... Quest'ultimo capitolo ha la durata di poche ore,... capitolo terribile, dove la descrizione di quella società equivoca è descritta con grande sapienza e dove tutti i vizi - dall'omo
e il suo romanzo è tanto più per
ale (Umbert
la superiorità di questo romanzo femminile su tant
co (Luigi
ficacia mirabili. In Naja Tripudians riconosciamo l'autrice sorprendente de I divoratori, fosca di Circe, violenta e smagliante di Vae Vi
pare abbandoni, ti riprende di colpo, e t'inchioda allo scrittoio, finchè hai le
Nicola Mos
conclusione fatale, così, come quella notte precipitava verso l'alba.
vo.... accennando appena un particolare, come una piccola fiammella che s'apre e chiude improvvisa, come se una
rale: è l'orrore del male, la nausea per il vizio, il ribre
Anto
a depravazione più abbietta. A pagine fresche come un riso di pueriz
scrive (Ferna
perchè in fondo non ha fatto altro che confidarci l'anima sua. Io non conosco Annie Vivanti, se non da un verso del Carducci..
apisco benissimo come altri possa preferire I divoratori o Vae Victis, romanzi
Cesare
lla precisione di altrettanti casi clinici.... Ricercando i gradi di parentela che possono esistere fra Naja Tripudians e le opere di altri artisti, viene fatto di pensare che Annie Vivanti abbia invocato, compiendo la sua nobile fatica, due grandi ombre: Victor H
lorosa, pittura più straziante, lettura più stru
i del
nella leggera e quasi trasparente musicalità dei periodi. Il libro incomincia con capitoli di una delicatezza
a di oscuro e misterioso.... Le pagine si fanno inquiete; a quel profumo di innocenza che
si come un misterioso brivi
profumo. Non si ha il tempo e forse nemmeno il coraggio di avvicinarli, tanto quel profumo ci prende, ci stordisce, ci travolge. Esciremo dalla serra, oppo
(Carlo d
una perfezione d'arte impeccabile, descritto il secondo, con una verità
Chi
rofonde in così bizzarro modo: qua, là, dovunque un dettaglio svegli l
belle pagine del romanzo. Al pari di tutti i libri dell
co a poco per tutti gli stadi dell'ansia e della trepidazione fino a raggiungere l'angoscia piena d'orrore c
rte; dei suoi occhi ancora pieni di stellante azzurro e dei suoi libri sempre saturi d
Nicola Mos
de con un senso
a in esso l'artefizio, nel quale era così facile cader
Ma
ielli d'osservazione, un prof
i Messina
vicenda - I divoratori - ; colei che seppe nel poema vibrante di verità accomunar
il lettore, sceglie un argomento semp
arte. La sem
(Antonio d
ntravede il futuro. - Carducci, da profeta, intra
ande, perchè originale, strana, ardita, ma sempre vera. Tutta la vita di Annie è una batta
isalta sulla tavolo
(Giuseppe
cche Inutili? ha creato ancora un'opera di grande bellezza artistica e di appassionata, travolgente poesia. Sopratutto da questo ultimo libro bisogna veramente riconosc
mpetuosa e serena, e la natura delle cose e degli uomini, porta nei suoi libri una veemenza ed un pathos, una sincer
una morale stentata, arcigna e ca
potenza di analisi e semplicità di espressione è narrat
Rodolfo Guid
terribile che martoria lo spirito, che esaspera, che
nti ha adoperato i colori più delicati, le sfumature più evanescenti,
chotte
son grand talent. Les derniers chapitres constit
TAMPA INGLESE S
ra
ti a quella rara cosa
egr
bellezza creata da chi possiede il più
l Trasc
ì come le grafie alternative (thè/thé/thê, Revoire/Révoire e s