llicc
partiti lo stesso g
to in un quartiere quieto, lontano da genitori e parenti della sposa, parlasse poi, al r
re fitte, l'una accosto all'altra, sventrate da una ininterrotta fila di botteghe, botteguccie, taverne, ciascuna delle quali
na e dell'altra ala di strada, avendolo visto passar tutte le sere. N'era così sazio, vi si sentiva così straniero, che per sè e la moglie aveva pre
zza del verde autunnale, la maggiore ampiezza di cielo, l'illusione nell'animo di Folc
, una più tenera amante di sua moglie. Ella era riuscita a togliergli dall'anim
agli sullo stato finanziario di Folco, e Folco s'era dovuto provvedere dei documenti che gli occorrevano. Aveva saputo così che il giovane pensava d
n avrebbe ritoccato il testamento, il quale faceva al giovane larghissima parte nei beni mobili ed immobili di famiglia. Ma Folco riflettesse: sposando quella ragazza, non avrebbe mai pi
sì le parti del dramma, avrebbe osato dar torto alla famiglia e ragione a lui. Grazie alla bontà liberale del padre, egli sarebbe stato un giorno per tutti il conte Folco Filippeschi, ricco e splendido; soltanto pei su
canzone imparata a memoria. Per suo conto pensava che c'era della esagerazione di qua e di là; che con un ragionevole ritardo da parte di Folco e con un bel gruzzolo alla famiglia di quei
lco mise a ragguagl
arte, o di studi, o scherzasse. Pianse per lui, lo accarezzò, disse che amare era una
ndato di lagrime, i magnifici occhi velat
di lire delle quali poteva ancora disporre sarebbero presto sfumate; Gioconda alla quale aveva confidato il savio proposito dopo il colloquio con
ner fermo. Gli pareva di dovere egli darle qualche gioia, almeno una piccola soddisfazione di vanità femmini
tinuare i suoi studi e compiere le
ottiene che la contessa
viaggio; e canta, gaia, con gli occhi ardenti di piacere come
randi scatole sulla cassapanca, e seduti due ragazzi che le hanno portate. La ca
ene!-dis
tt'intorno, sulle poltrone, sulla tavola, a terra, molte altre pelliccie irsute, aggomitolate a guisa di belve, che mescoeditamente inc
o-qualche cosa che mi si adatti: una
proposito?-Interr
o, amore mio, per
ammutolisce
pellicciaio. è Carlo Albèri, il giovanotto impomatato, quel Carlo Albèri che ha negozio presso la casa dei Dobelli, vol
è imaginassero lo sdegno silenzioso del conte, appaiono imperturbabili. Carlo Albèri seguita a sciorinar
gnora,-che ti sembra?..
da bene, e gli sorride intanto con gli occhi socchiusi: ha un
onde secc
l cuore gli dica che la tentazione non è degna di
! La tenga per la s
volto atteggiato a stupore per la frase mal
o che ha del ra
iato da quat
la stola, ne prende un'altra dalle mani di Carlo A
gli è tutto in pena tra l'ammucchiar la roba guardata e il metterne innanzi della nuova. La scena è tanto semplice, che il conte si dom
il tesoro, prende congedo con inchini più rilevati, c
ammogliato da
io un po' scosso da tanta insistenza.-Tutto il quartiere
aso il conte.-Domandavo, perch
plimento; e non appena l'uscio gli si è chiuso alle sp
gentile, a farm
a repentina, si stacca
i se è ammogliato? è rimasto a bocca aperta, e
i?--interr
li di stoppa rossi ed è tonda da tut
to con cui parla la contessa, l'attira
inc
sione a quell'episodio: gli brucia dentro, gli t
iero? o l'una a istigazione dell'altro? Presolo in trappola, abusando della sua facile impressionabilità giovanile, lo han condotto
streggiano sulle fiere con l'uomo di campagna; gli danno a credere che se non compera subito, al prezzo domandato, verrà un altro, pron
la quale apprendendo le miserabili giunterie ond'ella gli era stata proffer
rse parlato mai più di
nero di Gioconda lo rip
eguono; non v'è tempo a gustarli tutti. Quella vita, così lontana dalla sua vita di fanciulla piccola borghese, ch'ella n
ori. La contessa non vorrebbe riposare per non perdere un'ora; anche dall'albergo guarda di tratto in tratto le luci fantastiche che trapelano di là dalle cortine alle finestre; giù è l'onda fitta, nera della folla, corteo senza fine; ai lati e in alto bruciano tutti i colori, dalla sommità de
giovane; è felice egli pure della ing
alle sue amiche: viene da gente oscura, vive tra la luce; deside
r l'incanto o l'invidia: non ha saputo ancor formarsi l'animo del presente, obliando i giorni di dubbio, di attesa, di miseria. La contessa Gioconda
ue giornate; è ancora sotto il dominio di quella scaltra donna che ha fatto la fortuna della
a tavolino, con la penna n
to che andiamo a Versailles domani, perc
scrivi, dovresti dire a tua madre che non c'era alcun bisogno di
insolito con cui parla suo mari
signi
la di Carlo Albèri: che se non ti aves
e si leva
accontato? Chi ti h
endeva a schiaffi quell'innoce
clama Gioconda.-P
i avrei sposata per gelosia di quel pover'uomo? Come si è potuto pensare di costringermi
spalle alla tavola,
ole dir tutto il suo pensiero e n
di lui e lo ascolta,-la cosa in sè non ha nulla di grave; ma rivela che i tuoi non rifuggono dall'inganno, e ciò mi dispiace. Io vorr
di oggi, tutta tua, insomma?-traduce Gioc
cc
dice la giovane alzandosi.-Guard
mucchio di cartoline già
do,-promette, mandando la lett
ssare suo marito, il volto
,-tutta tua sono stata sempre, anche quando ero un po
timidamente, si acqu
lc