ce
cchierina che la contessa Filippeschi era da otto giorni a Milano. Dopo quattro mesi di assenza, da
si fa?-chi
apere nulla, e si pas
er
piano, indifferente al viavai delle strade popolose come alla vista di altri cani, che gli davano una fiutata e tiravan via. Pe
vò Piero,-arriveremo da
oleggiare una carrozza. Dick si acconciò di malavoglia tra Delfina e Piero, perchè odiava le novità; e le passeggia
ro annunziare, mentre la cameriera apriva lo
, con la sigaretta tra l'ind
raccia, ma l'espressione fredda di Gioconda la ratt
e.-Accomodatevi. Mi
crivevamo e tu non
rnata e non ci
e ragioni!-rimbecc
esclamò Delfina.-Che
indegna commedia del
con
sso istante in cui Piero volgeva il capo ver
? La commedia?.
rlo Albèri: non avete inventato voi la storiella di Car
iccola cosa!-e
o ha scoperto, e pur la quale desidera non vedervi.... Voi la chiamate una
otuto scoprire?...
i partire per Parigi, perchè dovevo comperare una stola. Folco è sopravvenuto, ha interrogato l'Albèri, e ha saputo così che è ammogliato da ci
usto,-rispose P
almeno a Parigi?
u irradiato repentinam
!-d
ve più eloquente d'o
be
, io, che Parigi è un
Ma tu sei tutto
in politica, siamo d'accordo; ma per dive
una
uovo Delfina con un'o
arrossì un po
ì.
i darete?-do
chi: Manfredi o Lillia
e, la madre, la sore
ritto e riscritto, ha mandato
-si lasciò scappare
i?-riflettè Delfina.-Gente di
di qual razza si tr
unti sul
e Piero, baciando Gioconda in
abbracciando Delfina, poi Piero, e a
fina innanzi, quindi Piero, Di
veva detto il
tura non fosse inutile; ma i suoi sforzi erano riusciti vani, uno dopo l'altro. Presso un avvocato bisognava fare il copista, con uno stipendio miserrimo; presso i giornali v'era piuttos
ssato egli pure a quella ricerca, bussando alle porte degli
a Folco con un mezzo
c'è!-diss
olco fosse alleg
già trova
per un altro motivo. Gioconda mi
iberto, sorridendo.
caso accetto qualunque posto senza
preziosi; ma si frenò. Disse che il posto c'era: commesso agli stipendi della Casa Adolfo Scotti e C. Occorreva un certo coraggio ad accettarlo; b
era dovuta a lui, vecchio e cospicuo cliente della Casa; e disse
breccia. A Milano ho poche conoscenze. Le persone di spirito, in ogni
a, con trepidanza, la sorda lotta di Folco, e temeva non avesse energia sufficiente a superarla. Quando udì che Ariberto lo aiutava, il cuore
co,-ora credi che Ari
tutto in qu
be il suo sorr
cutiamo!
egarti all'evidenza
lamò Gioconda.-Dubito sempre che sia amico mio..
spiaceva quel lavoro febbrile, che i primi giorni lo aveva stremato di forze; non gli dispiaceva quella sfilata di gente che trattava le futilità, le maglie di seta, gli oggettini leggiadri e inutili, con gravità pe
e stolte ambizioni letterarie, l'illusione superba di conquistar l'alloro coi libri?... Folco ne sorrideva senza amarezza, co
so, placidamente; non aveva occhi se non per Gioconda e non rammentava il lusso, i capricci, lo scialo d'un giorno, quasi non li avesse mai conosciuti. In verità, se lo stipendio fosse stato un poco più largo e
zio, dissimulando
desto stipendio; che Gioconda aveva venduto manicotto e stola e tutti quanti i suoi oggetti preziosi, eccettuati l'anello nuz
nora Delfina,-ma finisci per vivere come e
ra ferita dalle parole inconsciamente crudeli di sua madre.-Il conte F
e, fra un anno, fra dieci anni? Magari fra venti, anche; e
pensar con desiderio alla morte del conte suocero; ma il periodo di prova durissima, tanto più dura
ece avvertire Piero e Delfina che perdonava l'inganno del pellicciaio, anzi non lo rammentava più, e potevan venire ad abbracciar la figliuola. Cantava
rrideva, commossa alla felicità traboccante di suo mar
el Manfredi, bruno con gli occhi
con un ciuffetto di capelli co
ente, la curò con attenzione, palpitò
slancio di letizia.-Se non avessi tradotto Fran?ois
ra Lillia,-riflettè Giocond
parole festose ta
mparve Arib
r capire che aveva capito; poi Folco era l'intero giorno occupato, ritornava a casa la sera stanchissimo; non si sapeva quale fosse l'ora meno inopportuna per una visita. Da ultimo, A
sita inaspettata; ma si arrestò vedendo l'espres
inchinato alla contessa,-io devo
voce soffocata il giov
i tuo padre; dev
o?-interrogò Fol
Parti
'altra camera a pre
che passo, avvicin
un cuore fedele. è il notaio che mi telegrafa, perchè avverta Folco, la cui pres
remava, pa
!-disse ella
serrò stretto; gli
ccomp
i abbandonò tra le braccia di