img La volpe di Sparta  /  Chapter 8 No.8 | 33.33%
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Chapter 8 No.8

Word Count: 1912    |    Released on: 04/12/2017

empe

el colloquio abbastanza lungo con Ariberto P

, aspettando lei; e Gioconda ebbe l'impressione

rc

di tanto in tanto si scuotesse come per non essere sor

rc

uale le avrebbe dato la chiave anche dell'altro, della domanda che spesso si rivolgeva: Ari

e Folco alla spr

a farà a

, rispo

i ha detto n

l diritto d'

edevo ch'egli

a Londra farà quel che faceva qui, cioè niente. Egli passa,

cosa ti ha detto?-i

con

giungeva

alla menzogna, non aveva facilità ad inventar

rlato così, in generale, a prop

a, da quel momento,

giudizii su lei stessa? Ella era certa che Ariberto non si sarebbe fatta lecita un'opinione men che favorevole, e che Folco non l'avrebbe ascoltat

Il suo istinto femminile l'avvertiva ch'egli era un ne

e presso il quale era stata educata i primi anni, ripeteva con frequ

oveva essere del

instancabile perchè non traboccasse; ma pur rimanendo giù, chiu

placabilmente nell'aura di veleno diafano che un ab

le costavano ogni giorno un immane sforzo su sè stessa; un altro da disarmare con l

sser caduta fra l'uno e l'altra. Fecero colazione al Pré Catelan, ma parlarono poco; Gioconda sorrideva,

sentò ad avvertire che come gli avevano ordinato,

quasi sorpreso.-St

,-rispose

andò invano che

le; poi dal fruscìo capì che ne levava delle carte, e da un certo giro di c

na pagina di note o di traduzione. La busta sapeva la povera vita oscura d'altri tempi. Gioconda vi aveva, più di una notte insonne, posa

o, appoggiando le mani all'uno e all'altro stipite. Era un suo

l quale, volgendo le spalle, s'era messo a ta

chiese la

come destato

do la testa a guard

anzò di qua

anche stase

se poss

e le poltrone allo Chatelet

sentito nelle sue parole un malcontento, una fr

iace?-in

atto,-rispose la con

a sua vita brancolante di fanciulla povera dalla biancheria di cotone era balz

-ripetè Folco

Gioconda, con la

na, guardando qua e là, fuo

le veemente che si svelava contro la

biamo andar più a teatro?… Perchè non mi hai riferito le sue

terruppe co

,-che tu possa anche

er te se non parole d'a

io avrei permesso una

nt

posso anche non tener conto; ma perchè ho capito che non ho più la tua confidenza e che tu tenti d'ingannarmi. Ariberto ti sprona a lavorare. Fa benissimo. E perchè tu racconti invece che avete parlato di stampe e di arte? Ha dunque espresso qualche giudizio che io non devo sapere? Una volta quando ero la

ava Giocond

ricono

olorite per l'ira, e gli occhi nel pallore mandavano una fiamma straordinaria. Aveva perduto la grazia di fanciulla ignara, che se

ia o in quell'ora d'impeto furioso; certo la donna appariva d'un tr

inganni!-inte

indegna perchè vengo da povera piccola gente e mi sono conservata pura tra le privazioni. Forse perchè la mia

ntro di lei.-Non devi parlare in questo modo

alla finestra, scostò macchinalmente le c

e ne chiedo scusa. Credevo che pel mio lavoro tu non avessi più simpatia, e mi ripromettevo di lavorare solo. Ecco tutto. Ariberto non ha

ando che Gioconda rico

nda t

ni cosa; non vi sono misteri nè tra te e me, nè tra me e Ariberto. Ho taciuto per una del

bile a guardar dalla

petè Folco av

cciarla e si s

detto?-domandò stupito.-Credo!

a e la sua voce

ti pare d'ave

tessa

ò Folco.-Rispon

ene che c'è qualcuno ormai il quale può tutto su di te, può farti mutar vit

sorridendo. Sei

on sia sincero,-ri

stento un gest

to savie: credo ch'egli mi sia veramente affezionato e che

rienza?-escl

un istante,

a mai fatto nulla? che non ha esperienza se non di giuoco, di donne, di cavalli? Sono tue parole,

si nasconde un'anima diritta, che non oserebbe mai darmi un cons

simulò un sorriso l

.-Io vorrei sapere che cosa tu desideri. F

Gioconda.-Sono contenta c

a un motivo, anzi quando ho motivo a ess

maneva in lei l'impre

co temibile; ma compre

be potuto sbarazzare

re e vi

spose freddamente.-Tutt

o. Aiutiamoci a dissi

curò Gioconda con la medesima

ronte annuvolata. Varcò la soglia senza rispondere. Gioco

i libri che giacevano sul tavolino, e con u

omandandosi invano la r

or nemico della donna è colui il qu

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