img La volpe di Sparta  /  Chapter 7 No.7 | 29.17%
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Chapter 7 No.7

Word Count: 2743    |    Released on: 04/12/2017

a di

le passò accanto e pe

leganze spinte fino alla soglia della stranezza; una folla di donne in abito scollato, di uomini in abito nero, uno spumeggiar di calici, una pro

Folco e Ariberto, il primo dei quali non aveva occhi se non per lei, e l'altro non ve

re anche le scene che si svolgevano alle sue spalle. Constatò con ingenua maraviglia che Ariberto conosceva tutti; prima di sedere aveva chies

e signora e il gentiluomo che cenavano con lui; gli occhi dei commensali si posavano su Gioconda discretamente, ma non così di sfuggita ch'ella non

stra che mia. Non c'è stato uno, non c'è stata una, che non mi abbia chiesto chi è la magnifica dama che Folco e io abbiamo l'onore di servire. P

ndo,-hai udito? sei content

dare intorno, per vedere

ondiale,-rispose poi,-io sono certo contento: ma non avevo

co Filippeschi era piccat

i la gelosia; e si morse le labbra. Ella sapeva ormai che invece di aizzar la passione e l'amore, com

essa di Rejkiavik,-

duchessa e via via i commensali più cospicui, da un re in incognito a un granduca russo, a un generale inglese, dalle attrici megl

na gravità la quale pareva invitare a considerare seriamente

le per far ritorno all'albergo. Ariberto aveva preso congedo; intendeva prolungar

nell'automobile e Folc

ò ch'egli era os

divertito?

ti guarda m'indispet

ra fra le sue piccole mani

l malumore e l'ostilità erano sfumati nell'

dosi.-Ti ho condotta a Parigi per

città non dormiva; era cessata la furia dei veicoli, ma serpeggiava la vita subdola della notte, ma quelle ombre che passavano erano indizio di convegni

bile ottenere da Folco di rimaner per sempre a Parigi; forse, a poco a poco, non senza molta

are eternamente; s'illudeva sulla cifra, sul valore, sulle sp

all'Abbaye,-ella

diverti?-obiett

apo per nascondere un

chidee e stette assente una settimana. Gioconda non disse nulla, ma fu inquieta. Quell'uomo conosceva

le di lusso; quell'udirlo nominar la contessa Filippeschi insieme alla principessa di Furstein, al granduca Vl

ra a prendere ?i suoi figliuoli?

ando a casa e gettando la stola di zibell

alla modista, alla moglie del fuochista o del tramviere. Il suo nome figurava ormai

ipetè Folco sorriden

vere la grande vita notturna, il suo cervello s'annebbiava. Era notata per la sua bellezza; ma pure accarezzando la sua ambizione femminile,

i, nei luoghi di convegno alla moda. Non solo, in breve, non tormentava più Folco e Ariberto con una tempesta di domande attonite, ma sapeva apparir freddissima in pubblico, quasi

?tutta

nsieratezza; si accoccolava volontieri per terra, cantava a gola spiegata, sfrenava quasi selvaggiamente la furia delle domande; era per Folco solo, n

cora definire la contessa, oscillando a volta a volta fra i giudizi più contradditor

more è breve: il matrimonio è eterno; l'amore è un episodio, il matrimonio è la vita; si può per un mese, per un anno rinunziare alla propria personalità, trascurar

to Puppi non s

disse a sè medesimo, p

erso Gi

, ch'egli rammentò certi topolini, i quali prima d'arrischiare una corsa alla luce sporgono il musetto, fiutano l'aria, drizzan le orecchi

lasciò sfugg

?perbacco??-interr

trinse nelle

-spiegò.-Tocca a Folc

se, e Giocond

ra a capir bene lei, ella non ri

quisitezza delle maniere signorili, Ariberto sembrava a Gioconda impenetrabile. Non appena si trattava d'esprimere un'opinione che avesse qualche peso

Non si sapeva. Negli occhi della contessa si accese un lampo d'ir

onda si abbigliasse per uscire, fu telefonato al conte Filippeschi che il

lse Folco a Giocon

e Giocond

o: tu mi

a p

inava dentro di sè i pensieri che lo avevano deciso a quel colloquio. Vestiva in abito grigio, teneva sotto il braccio il capp

iso amichevole i

e, scorgendo nella sinistra di

raggiungere qui; andia

sta

divano; quindi A

sato a salutarti, e mi riservavo di venire sta

e Folco.-Dispiacerà molto anche a Gio

Londra un m

ritroverai qui!

riberto.-Ancora

a ci si diverte. Non hai udito c

duto che scherzasse

Perchè que

uasi ravveden

gò Folco sorride

franchezza: non mi terrai i

vazioni possono essere giuste o non giuste, ma sono c

o ho un'infinità d'anni più della c

ella parola è sacro!-dis

e a te; alla contessa perchè non le concede un'or

anto di strano e di eccezionale la vita di Parigi può offrire a una signora; avete percorso rap

sortivano le sue parole; ma il giovine a testa china disegn

iberto esitante,-che non vi sa

uardando dritto Aribert

nsigli di

consigliare,-rispose A

ssi un consiglio

dimentichi lo scopo pel quale sei venuto qui, purchè

Folco.-Il giorno alla Biblioteca Nazionale; la sera a c

arebbe lieta di vederti lavorare e che nulla le importereb

cr

bbe che io le facessi l'affr

Folco riprese a disegnar ghirigori sul tap

re, a c

delicata,-fece Ariber

nchezza,-disse Folco,--di es

e non ti renderà danaro per ora. Ti sarà giovevole agli occhi

bbio,-esc

rudente da parte tua. Ben altro sarebbe il giudizio che farebbero di te, se sapessero che il matrimonio non ti ha distolto dai tuoi progetti, e che il tempo passato a Parigi non è stato tutto sciupato. Io ho sempr

ione,-di

iato dall'approvazione dell'amico,-p

ibro di studi critici o di profili l

-interrogò

ersamente: fa

riberto stupito,-è

arola adatta, suff

facendo un mestiere, e ti balocchi a Parigi, tra cene e teatri? Ma se lo sapesse, la contessa

diamo noi due ciò che tu spendi da solo; ma certo

rti a partire o per riprendere

zò e gli st

cherò la prova d'amicizia che mi

o in ascolto,

parlarne a Giocond

doio un lieve fruscìo di g

e stampe inglesi, e accennando col ba

itazioni; belle imitazioni senza dubbio, ma temo siano state colorate sulla tir

tra da baciare; apprese che Ariberto doveva partire per L

ritroveremo qui, perchè noi non abbiamo alcun

moto del capo, e gettò

Volev

… Come

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