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La freccia nel fianco

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Chapter 1 No.1

Word Count: 2393    |    Released on: 04/12/2017

di vento e di sole, in un pic

Traldi di San Pietro, con un largo stemma, varii titoli d'antichi dominii perduti e

a famiglia borghese arricchitasi nell'industria; contava dicio

no aveva già g

scoramento e una volontà d'ostinazione meditata, un gusto di beffardaggine

vivere in pace quei s

ù spesso col padre, più volontieri con la madre; avvenivano liti, lavoravano avvocati, si scambiavano lettere e telegrammi e carta bollata per averl

o via; i parenti non erano riusciti ancora ad averlo, e gli uomini di legge avevan trovato ragione a costruire sulle pretensioni di qu

amma, ora col papà, e ricordava d'aver visto sfilare sotto gli occhi le città,

dava grandi arie per questo coi piccoli amici che veniva a conoscere

uiva meglio, con maggior costanza. Aveva avuto qualche maestro privato, una istitutrice g

a brani, e un giorno voleva dipingere come Clara Dolores, un altro prender le sue n

vendere la sua scuderia; ma dovunque andava, teneva ca

tutto. Scendevano allora dall'albergo di prim'ordine a qualche albergo pieno di poesia e d'incomodi, in un paesetto qua

o la vita grande, sin che la mamma sopraggiungeva, f

, ma altri piccoli ragazzi, che gli parevano molto stupidi; si lasciava cullare da tenerezze continue e si annoiava leggermente. Aveva al suo seguito un cane di Terranova con pochissime pulc

la se non gli restituivano il bambino; la mamma correva dall'avvocato, p

si nè a luogo nè a persona, e si contentava d'aver qualche preferenza; la madre, il padre, i parenti, i

cenda pretesto e causa di tutto un congegnoso affanno; e assisteva, inconsapevole spettatore, alla commedia, senza pot

ti bauli; un intero baule serviva pei balocchi, magnifici e varii, acquistati

mma, se era col papà; o voleva il papà, se era con la mamma. Quei due non po

rtisse, e Bruno toglieva dalla compagnia delle marionette il Re moro, e ar

a neve parevan più uggiose che in qualunque altro luogo del mondo; non s'udiva

l vetro d'una finestra a guardar nella via una processione d'o

va a teatro, non si mangiavano i dolci nelle pasticcerie; e non perchè pioveva o nevicava,

tri e disegnando pupazzi col ditino nel vel

ol figlio per una città che sorgeva di là dalle pianure e dall

tinuo di carrozze e di omnibus a tre cavalli e di carri e di carrette, e gente che galoppava

fiume, a tondo sulle piazze, in alto dentro le case, nei larghi s

chiassosamente coi calzoni rossi, le giacche azzurre e gli alamari

reva un'uccelliera coi più garruli uccelli,-prendevano il tè col babbo, che parlava quella

vi si sedeva innanzi a suonare un ballabile senza freno, ora una giovane,-tutte

agnato in salott

gli non capiva che il suo nome un po' stroppiato nelle vocali; e seguivano espressioni che doveva

giuocando, seduto a un tavolino con gli ufficiali. Molto danaro e un mazzo di c

mettevan sulle ginocchia; o lo lasciavan dormire in un cantuccio del divano, o lo portavano in brac

ai capelli morbidi, che sprigionavano olezzi misteriosi, alle caviglie sottili, a tutte le malizie dell'eleganza; e precocemente av

divano che dritto in piedi; e la sua crudeltà infantile si scapricciava con quelle ragazze, calpestandole,

non si occupasse che di lui. E non era piacevole, quantunque avessero detto a Bruno i maes

ngozzava di somme e di sottrazioni e di geografia, così che il bambino se ne sogn

e cavalli in un immenso parco, per le andàne del quale s'incontravano amazzoni belle, quel

a colazione; e tutto il giorno era festa, e la sera il teatro, per lo più un Circo equestre, chiudeva degnamente la giornata fati

nciullo, il babbo, in qu

i marionette; ad ogni scena che gli garbava, Bruno chiedeva immediatamente il bis, e l'autore si sforzava a piacer meno che fosse possibile per no

a illuminata da vapori azzurri. Poi il Re moro si sentiva male, e cadeva lungo disteso sul palcoscenico. Bruno aspettava il seguito, e non udendo voce, si muoveva dalla sua

a fine del dramma; epperò quando lo ve

o cadere! Papà,

o: gli altri, Bruno se li doveva sbarcare da solo, ora coi domestici, ora con un

no a suo padre. Qualche volta una ragazza se lo prendeva e se lo conduceva a spasso e a pranzo

so e ricordava nella sua disordinata conversazione qualche gesto o abbozzava qualche aneddoto. Le ragazze lo consideravano come un amico discreto e placi

asso durò un tempo troppo breve per Fab

pesta dorata, la quale da qualche tempo gli scivolava sull'o

capiva ormai il linguaggio ma non afferrava tutto il significato, Bruno aveva preso sonno in una poltrona,

partiti e la corona di cartapest

e, che forse non gli lasciava nemmen vedere il suo ba

il papà, vista la corona a terra, si chinò a ra

nza volger la testa a Bruno,

a così naturalmente scaturita da qu

urante il quale non osò muover

non ha più l

più la corona,-ripe

ienza che qualche gran

a poltrona; e l'uno, con la testa scoronata e le braccia penzoloni, portato

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